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Vi riporto l'editoriale di Maurizio Carta che apre il n. 6/2008 della rivista Acchiappafilm (una guida alle sale cinematrografihe romane). Una riflessione sul tempo che passa e sugli ormai lontani anni 80.....
Ridley Scott ha dichiarato a "Hollywood Reporter" di voler girare in film su Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov.
Il regista inglese, reduce dal recente successo di "American Gangster", intende incentrare la sua pellicola sull'incontro che i due statisti ebbero a Reykjavik nel 1986.
E' curioso osservare che più passa il tempo e più gli anni 80 scivolano dalla cronaca alla storia. Per un adolescente di oggi, il decennio che portò al crollo del muro di Berlino è qualcosa di indistinto rispetto a tutte le altre stagioni del secondo dopoguerra.
Forse non è lontano dal vero pensare che i più giovani non distinguono bene gli anni 80 dalle guerre puniche. Eppure c'è una generazione che quel decennio lo ha vissuto. Erano anni che il cinema ha raccontato bene.
C'era la grande fantascienza di "Alien", di "Predator", di "E.T.".
C'erano le commedie pomeridiane sui college americani. C'erano i "Goonies", "Ritorno al futuro", Scuola di Polizia", Beverly Hills Cop".
C'erano i capolavori immortali come "Full Metal Jacket", "The Elephant Man", Blade Runner", ecc.
C'era il vero "Rocky". C'era il vero "Rambo".
Un mondo bipolare, fondato sulla mutua minaccia atomica, è stato l'ombrello di quella che lo storico E.J. Hobsbawm ha definito "età dell'oro" dell'occidente. I più ricchi erano coloro che guidavano una fila alla quale si era accodata tutta la società (grosso modo l'attuale e garantita generazione di sessantenni). Metà dell'Europa viveva la fame. Cina e India iniziavano faticosamente la rincorsa a noi. L'Africa stava al palo e ci è rimasta. Oggi siamo semplicemente di più. E di casino ce n'è tanto.
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