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L'assassinio del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, 3 settembre 1982

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Akira73
view post Posted on 10/6/2008, 12:04




Carlo Alberto Dalla Chiesa (Saluzzo, 27 settembre 1920 - Palermo, 3 settembre 1982).

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Fu partigiano, generale dei Carabinieri e prefetto, divenuto noto per il suo impegno nella lotta contro il terrorismo italiano prima e la lotta alla mafia in seguito. Morì in un agguato mafioso a Palermo il 3 settembre 1982.

Divenne ufficiale di complemento di fanteria nel 1942, passò all'Arma in servizio permanente effettivo e completò gli studi di giurisprudenza; dopo l'armistizio quasi subito entrò nella Resistenza e nel 1944 partecipò alla presa di Roma.

Dopo la guerra fu inviato in Campania, avendo per prima destinazione Casoria, ove erano in corso rilevanti operazioni nella lotta al banditismo.

Dal 1966 al 1973 fu in Sicilia con il grado di colonnello, al comando della legione carabinieri di Palermo.

Nel 1968 intervenne coi suoi reparti in soccorso delle popolazioni del Belice colpite dal sisma, riportandone una medaglia di bronzo al valor civile per la personale partecipazione "in prima linea" alle operazioni.

Nel 1973 fu promosso al grado di generale di brigata, nel 1974 divenne comandante della regione militare di nord-ovest, con giurisdizione su Piemonte, Valle d'Aosta e Liguria.

Dopo aver selezionato dieci ufficiali dell'arma, creò una struttura antiterrorismo che nel settembre del 1974 gli consentì di catturare Renato Curcio e Alberto Franceschini, esponenti di spicco delle Brigate Rosse.

Nel 1978 fu nominato Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il terrorismo, sorta di reparto operativo speciale alle dirette dipendenze del ministro dell'interno Virginio Rognoni, creato con particolare riferimento alla lotta alle Brigate rosse ed alla ricerca degli assassini di Aldo Moro.

Mise in pratica diverse forme di intervento, in particolare sollecitando ed ottenendo dal governo la formalizzazione di un rapporto privilegiato con la collaborazione interna; nacque così la figura giuridica del pentito.

Il generale ebbe successo anche nell'individuare ed arrestare gli indiziati esecutori materiali degli omicidi di Moro e della sua scorta e nell'assicurare alle patrie galere centinaia e centinaia di fiancheggiatori o presunti tali, rassicurando l'opinione pubblica sulla giustezza delle scelte effettuate e riconsegnando al contempo all'Arma una generalizzata fiducia popolare.

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, vittorioso sulle brigate rosse, venne inviato a Palermo nel maggio del 1982 in funzioni di prefetto antimafia. Ormai la mafia imperversava in Sicilia e aveva fatto uccidere Boris Giuliano, Cesare Terranova, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa e Pio La Torre. Dalla Chiesa serviva proprio per abbattere il fenomeno mafioso come aveva fatto con le BR. Ma lo Stato non diede al prefetto i poteri necessari. Intando scoppiava la seconda guerra di mafia e i boss corleonesi e quelli palermitani si uccidevano tra di loro per mantenere il loro potere in Sicilia. In questa terribile situazione il prefetto Dalla Chiesa si trovò da solo a fronteggiare il grande potere della mafia. Rimase in carica soltanto cento giorni in cui divenne un personaggio scomodo per molti mafiosi. Per questo la sera del 3 settembre 1982 venne fatto eliminare in via Isidoro Carini. La strage fece notizia per modalità "militari" con cui venne eseguita.

A Palermo dalla Chiesa lamentò più volte la carenza di sostegno da parte dello stato (emblematica la sua amara frase: "Mi mandano in una realtà come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì", città presa come esempio di situazione di lavoro ordinario, non particolarmente difficile), finché fu assassinato dalla mafia insieme con la moglie e l'agente di scorta, Domenico Russo.

Carlo Alberto Dalla Chiesa stava uscendo dalla prefettura a bordo di una A112 bianca, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro (sposata in seconde nozze meno di due mesi prima, il 12 luglio), per andare a cenare in un ristorante di Mondello. La A112 era seguita da un'Alfetta guidata dall'agente di scorta Domenico Russo. Alle ore 21,15, mentre passavano da via Isidoro Carini, una motocicletta guidata da Pino Greco affiancò l'Alfetta di Russo e lo uccise con un fucile AK-47. Contemporaneamente una BMW 518, guidata da Antonino Madonia e Calogero Ganci, raggiunse la A112 e i killer fecero fuoco sul parabrezza sempre con un AK-47 (Dalla Chiesa e la moglie rimasero uccisi da trenta pallottole). L'auto del prefetto sbandò, scontrandosi contro un'altra auto lì parcheggiata. Greco scese dalla motocicletta, controllò l'esito mortale dell'agguato e fuggì.

Dalla Chiesa fu insignito di medaglia d'oro al valore civile alla memoria. Il giorno dei suoi funerali una grande folla protestò contro le presenze politiche accusandole di averlo lasciato solo.

La figlia Rita pretese che fossero immediatamente tolte di mezzo le corone di fiori inviate dalla Regione Siciliana (quella che, assieme a tanti amministratori locali, faceva a gara a chi ostacolava maggiormente l'operato di Dalla Chiesa).



Grazie a WIKIPEDIA






 
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§ Deena §
view post Posted on 13/2/2009, 11:51




grande uomo....
 
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1 replies since 10/6/2008, 12:04   146 views
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